Chi sono

Ciao, sono Federica Coscino,
sono nata a Napoli, dove vivo quasi da sempre, a parte una piccola pausa romana. E’ stato proprio il mio allontanamento a rafforzare le mie radici partenopee. Così quando ho deciso di intraprendere gli studi in Storia dell’Arte, ho scelto di realizzarli a Napoli. Ero consapevole che il mio percorso formativo e lavorativo, sarebbe stato, forse, più complesso ed incerto che altrove, ma volendomi dedicare all’Estetica ed anche all’Antropologia, la Campania era il luogo ideale!


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Il Vesuvio e le Città sepolte: Pompei, Ercolano, Oplontis e Stabiae



Il Vesuvio, la montagna, la presenza che veste e domina l’infinito sfondo della vita in un sonno profondo. Il suo respiro è ascoltato ogni giorno, essendo il vulcano più pericoloso dell’Europa Continentale. Esso è vicino a migliaia di sguardi, che lo seguono con rispetto, sospetto e coraggio.

Le città moderne lungo i suoi fianchi sono figlie delle antiche Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae e di tutte le altre sommerse, che ri-vivono oggi più di quando lo abbiamo fatto prima della catastrofe. Visitarle è un varco nel Purgatorio del 79 d.c, un pellegrinaggio tra la vita e la morte, di ospiti-turisti, che da secoli rispolverano la fine di quell’ultimo giorno, attraverso abbracci di ammirazione, consolazione dei luoghi dei nostri antenati.

Dichiarati patrimoni dell’Unesco perché siti archeologici unici al mondo; colonie d’epoca romana, attraversabili in ogni dimensione, umana, sacrale, commerciale, e di lusso disinibito. Gli scavi conducono alla vita, alla riscoperta della modernità degli antichi, e delle prove dei loro valori, in parte tutelate nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli e nell’ Antiquarium di Boscoreale, un incontro necessario e complementare per comprendere a pieno la storia delle città e dei loro abitanti. E’ consigliato a scopi didattici: il MAV (Museo Archeologico Virtuale).

I Campi Flegrei



Campi ardenti, lucenti, immergenti il mito nella vita degli antichi. Rovine sparse e fiancheggianti piccoli paesi di oggi, ricordi di un passato Imperiale. Templi, terme, e insenature, luoghi di grazia e di morte. Ville di lusso dove perdere coscienza, nel mare del potere di Roma.

L’Acropoli di Cuma, il mercato romano inondato di Pozzuoli, le coste degli Imperatori di Miseno e di Baia. Il cratere della Solfatara, l’Anfiteatro Flavio, la Piscina Mirabilis, i porti, emersi, spersi, e sommersi, da una natura che ha prima fascinato la conquista, e poi rivisto il suo destino. Le sue prove resistono nelle bocche fumanti, antri oracolari, laghi accoglienti le porte dell’inferno.

Uno scenario lunare, che ha inghiottito nella nebbia Odissee, ma che espande ancora, in visioni tratteggiate il fuoco secolare del mito.

La Costiera Amalfitana



La “163” è la strada più bella del mondo! La bellezza non è mai unica e sola, la sua dichiarazione ed entrata nel patrimonio nell’Unesco l’ascrive, senza voler creare suscettibilità verso le altre stupefacenti presenze mondiali, in quell’unicum di estetica paesaggistica e cura da parte dell’uomo.

È una costa, una linea sinuosa, colorata della sua storia, di quel giallo originario che macchia tutta la Regione, dalla sua fondazione prima di Cristo. Un colore terrestre che si fonde in infinite sfumature incontaminate della natura, dove il mare luccica verso i villaggi-miniatura che digradano o risalgono in onde materiche respiranti la serenità di sguardi umani.

Andare in costiera è un cammino della vista, un sogno della creazione, regalato sempre e a chiunque lo ricerchi. Amalfi, Positano, Ravello, sono le protagoniste, con grande merito, anime materiali della stessa madre-terra, benedetta in ogni angolo e pietra del paesaggio, dalle montagne ai valichi, formanti fiordi, linee alte protettrici dei bassi paesi-presepi occupanti il rispetto della possibilità di esserci.

La costiera è una sinfonia perpetua del silenzio sereno della bellezza.

Le isole: Ischia e Capri



La verde e l’azzurra, la greca e la romana, giochi di colori e di stili per definirne le reciproche unicità, l’assoluto distacco delle forme, nei contrasti vegetali, umani, terrestri e storici. Le isole, paradisi diversi e reali, due soli di un unico mare confinanti nell’eternità vitale di luoghi incantati.

Capri è azzurra come il suo mare, che entra nelle sue grotte, restituendo specchi d’infinito. E’ un’ approdo, una salita rampicante verso accessi di conquista. E’ una difesa orgogliosa della sua bellezza vera, è il lusso, la proprietà di Imperatori, che hanno vinto ossessioni e complotti reali ed interni, nel riposo della sua dimensione. E’ un’oasi di luce, per chi ha perso lo sguardo.

E’ la fede delle sue radici, conservate in piccole chiese, dipinte del panorama prospiciente. E’ uno scrigno romantico, geloso, una passeggiata tra i suoi odori,  colori, e sapori, un respiro d’autore, di elegante stravaganza. Un tramonto eterno che punta il faro delle sue antichissime origini. E’ un’andata curiosa della sua fama, ed un ritorno pieno della sua gloria.

Ischia è verde come la sua natura, grande delle sue baie, sorgenti, punte, vette, rive, monti e vulcani. È un’isola nell’isola, un paese nel paese, un paesaggio del paesaggio. È la propagazione del suo riflesso incontaminato, mosso da cornici variopinte della sua vegetazione. E’ un rifugio sicuro di ogni suo parto, dal quale ripartire per scoprire l’unicità di ognuno dei 6 comuni. E’ l’isola che “isola” i suoi caratteri contadini e marini, che si sdoppia in coste e colline, e che si riunisce in luoghi agresti in forma di scogli raffreddati nel mare, e di cave terrestri ancorate su acque profonde e bollenti.

Un giardino perpetuo l’invade, accudito dalle sue anime diverse, frastagliate dalla sua storia, intrecciate in scorci esotici e mediterranei. Il suo tremore vulcanico è vinto e risarcito dalle sue terme occupanti tutta se stessa. Ovunque fonti di benessere accarezzano le sue facce, aprendosi verso il mare. Le tonalità dei suoi orizzonti ritraggono le variazioni millenarie, il cromatismo stende la forza delle tradizioni, in architetture popolari distensive, ormeggiate alla materia di una terra tenue e semplice.

La Reggia di Caserta ed i Siti Borbonici



Case da re, Residenze di delizia dove ritirarsi nelle stagioni del piacere senza tempo, divertirsi e perdere qualsiasi forma di ufficialità. Modelli Francesi intrecciati a parentele di vizio, gioco, capriccio.

Croissants campani su tavole nobiliari, di manodopera riunite, miscelate, in atmosfere di bellezza, lusso, festa, ed ostentazione dell’assoluto. Cavalli di razza orgogliosa, trainanti carrozze colme di gare di potere. Servi, paggi, dame, balli, lazzi, spille, stoffe. Specchi di intrighi, candele cortesi, attraenti strategie e spregiudicatezza. La Reggia, un dipinto scolpito nel colorismo di un’architettura dal traguardo perfetto. Un capolavoro disteso nella natura di un Parco memore di splendore e grandezza. Di prospettica ricchezza, un’immensità contrastata dallo sguardo del popolo, riflesso nell’umiltà di vite da bassi. Il quale tentò e comandò una rivoluzione, che ancora oggi ci appartiene.

I Siti BorboniciBelvedere di S. Leucio, Palazzo Reale di Capodimonte, Museo Archeologico di Napoli, Teatro San Carlo, Reggia di Carditiello.